Signorvino comunica i dati di vendita e di scelte vinicole dei propri corner

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Con 116 punti vendita in tutta Italia Signorvino può senza dubbio essere uno specchio fedele dei consumi nazionali e delle scelte della popolazione, millennials compresi

Signorvino è arrivato ad uno sviluppo tale da consentire oggi di osservare direttamente il consumatore finale, potendo fornire dati interessanti per i produttori e gli operatori del settore sulle abitudini al consumo di vino in Italia. Il campo di studio dell’Osservatorio Signorvino è ampio: un fatturato complessivo del gruppo di oltre 31 milione, più di 1500 etichette di almeno 250 fornitori permettono di dare indicazioni sul valore e sul volume delle denominazioni maggiormente vendute, rappresentando le preferenze espresse dal consumatore e profilando diversi target con le relative abitudini. Una buona notizia per l’intero comparto, considerando che Signorvino rappresenta l’unica singola realtà in grado di monitorare su ampia scala le scelte, le preferenze ed i trend del consumatore finale. “La Prima veste di Signorvino nel settore enoico è proprio quella di cliente, acquistando ogni anno circa 900 mila bottiglie nelle cantine italiane. 1500 etichette in ogni store, 16 punti vendita e quasi un milione di bottiglie vendute ci permettono di estrapolare dati che speriamo possano essere un vero riferimento per il settore, grazie alla nostra possibilità di osservare direttamente il comportamento e le scelte del consumatore finale” dichiara Luca Pizzighella, Direttore di Signorvino.

La Ricerca

Si conferma l’80% delle vendite di vini provenienti da Veneto, Toscana, Piemonte e Lombardia con un contributo più contenuto in Trentino Alto Adige; dato che supporta la notizia di una maggiore crescita (+5%) del consumo di vino del nord ovest rispetto al nord est. In merito al centro Italia i trend sono pressoché simili al 2018; la Toscana mantiene invariata la sua prima posizione, ma in termini di crescita il primato va all’Emilia Romagna con un +21%, seguita dalle Marche con un +17% (che però non diventa di significativa incidenza se si pensa al fatturato). La maggiore crescita si registra nelle regioni del Sud in particolare Puglia, Basilicata e Calabria con un trend positivo anche della Sicilia (+2%).

Le categorie

Per i primi mesi del 2019 sono le bollicine ad aver registrato la maggiore crescita avanzando un trend del 6% sul valore assoluto, poi i vini bianchi e rossi (+3%), rosati (+2%) mentre i vini dolci hanno registrato una leggera flessione.

Tra le bollicine è il Piemonte a registrare la maggiore crescita, con conferma assoluta dell’Alta Langa (+43%). Scendendo nello specifico degli uvaggi della categoria: il pinot nero è più apprezzato dello chardonnay.
Segue il Franciacorta con un +15% e il Prosecco che conferma gli storici della scorsa edizione di Osservatorio, mantenendo quota 37% delle vendite nella categoria.

Il Lambrusco sorprende con una crescita del +31%, sempre più scelto dalla clientela soprattutto per l’aperitivo.

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Nei vini bianchi crescono le regioni centrali, in particolare Lazio, Marche e Umbria con una media del +21%.

Tra le denominazioni analizzate singolarmente al primo posto per crescita rispetto il 2018 si conferma il Lugana, con un +34%. Bene il vermentino, sia ligure che sardo, che cresce nei territori vocati rispettivamente del 23% e del 14%. In Toscana il vermentino registra un +9%. Tra i bianchi marchigiani si conferma tra i più venduti il Verdicchio di Jesi che registra una crescita del 19%, seguito dal pecorino e dalla passerina.

In veneto la crescita del Soave si arresta per dare spazio al Lugana, nonostante il peso a livello regionale si confermi consistente al 27% per questa denominazione.
Per il Trentino A.A. si conferma il vino più venduto il Gewurztraminer, mentre tra i bianchi della regione Friuli V.G. crescono gli uvaggi storici del sauvignon, del pinot grigio e dello chardonnay a discapito della ribolla gialla che arresta la crescita decisiva che aveva registrato nel 2018.

Nella regione Sicilia compare tra le denominazioni emergenti l’Etna Bianco con un +24%.

Per il consumo di vini rossi sono ancora Toscana e Veneto a farla da padroni. Tuttavia, sono Puglia ed Emilia-Romagna a trainare l’andamento del trend della categoria in positivo.
Per la Puglia si conferma denominazione alto vendente il Primitivo di Manduria mentre in Emilia-Romagna il Lambrusco, che costituisce il 66% delle vendite regionali, cresce del 30%. Per l’uvaggio pinot nero si contraggono le vendite nel Friuli V.G., crescendo invece in Lombardia, Piemonte e Toscana. In Trentino A.A. l’uvaggio registra la crescita maggiore con un +39%.

Nella regione Sicilia le crescite complessive di categoria sono più contenute, attestandosi ad un +5% medio. Le denominazioni che crescono maggiormente, sopra la media, sono Cerasuolo di Vittoria ed Etna Rosso, rispettivamente al +18% e + 13%.

Il Veneto, nonostante il peso consistente a livello di incidenza lo porta ad essere la regione più rilevante nella categoria, dimostra un trend di crescita molto contenuto, confermando i numeri dello scorso anno nello stesso periodo. Si stabilizzano le vendite di corvina, declinata nelle denominazioni fondamentali per il territorio della Valpolicella, nonostante i vini più venduti e le maggiori incidenze per incassato si confermino in questo binomio categoria-regione.

La Toscana vede una crescita del +24% sulla denominazione Brunello di Montalcino, del +4% sul Rosso di Montalcino e una contrazione proporzionale sul Bolgheri. A livello di uvaggi quello che cresce maggiormente è il merlot (+78%) a discapito del sangiovese che registra un -2% nel periodo di analisi.Il Piemonte, che ad oggi rappresenta il 18% delle vendite, registra un aumento del 2% nella denominazione portante: Barolo; più stabile la crescita del Barbaresco.Nei vini dolci è la regione Sicilia che registra la crescita maggiore, superando con distacco il Piemonte. Tra le denominazioni con una crescita del + 20% viene scelto più il Passito di Pantelleria che quello di Noto. Stabile nel Veneto la crescita del Recioto; in flessione la vendita del Moscato d’Asti.I vini rosati che nei primi mesi dell’anno solitamente soffrono l’influenza della stagionalità dimostrano una crescita del 2% che sottolinea la crescente importanza della categoria negli acquisti degli italiani.

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Regioni d'Italia

Target individuato

Il cliente medio dei negozi Signorvino è ancora maschio di età 35-40 anni, e si tratta principalmente di un cliente fidelizzato e locale. Considerando le molte location in luoghi strategici di centri storici importanti (P.zza Duomo, Firenze con vista su Ponte Vecchio, ecc), anche la presenza di turisti è preponderante nella ricerca svolta. Molta curiosità ed attenzione viene invece dimostrata per i piccoli produttori che sono stati selezionati da Signorvino in oltre 250 etichette. Le realtà produttive giovani ed emergenti, di grande qualità, proposte a prezzi convenienti, sono richieste da un pubblico esperto che vuole provare qualcosa di nuovo, ma anche da coloro che non hanno particolare preparazione in merito. Un altro tassello importante è rappresentato dai prodotti brand, le etichette più vendute e note che hanno contribuito a rendere famosa la produzione italiana nel mondo; rappresentano una sicurezza in più per i clienti che si avvicinano al vino per la prima volta, che non hanno particolare attenzione al prezzo ma vogliono fare bella figura davanti agli ospiti.

I vini premiati sembrano essere sempre una maggiore garanzia per il cliente, presenti in store con quasi 350 alternative. Questo dato con buona probabilità è stato supportato dall’accordo fra Signorvino e Gambero Rosso: gli scaffali degli store sono stati arricchiti con una selezione delle grandi etichette italiane, presenti nelle guide Vini d’Italia e Berebene del Gambero Rosso. Questo accurato piano di ricerca e rating, nasce per poter dare maggiori indicazioni ai consumatori che possono quindi destreggiarsi al meglio nella scelta del vino più adatto ai loro gusti ed a specifiche esigenze. Queste 4 macro categorie sono messe in risalto sia sui canali social, sia all’interno dei negozi, grazie all’ausilio di bollini identificativi e di puntuali consigli dei wine specialist.

I Millenials

Un target stimolante da monitorare per la realtà del mondo del vino è sicuramente rappresentato dai Millenials. È interessante riscontrare che questo profilo non si avvicina al mondo del vino con l’acquisto take away, ma è alla ricerca di un’esperienza divertente e allo stesso tempo formativa. La partecipazione si manifesta attiva agli eventi organizzati in negozio con la presenza dei produttori, in collaborazione con grandi realtà ma anche con piccolissime. 

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