Il vino che non c’era e non c’è. Ma che potrebbe esserci in futuro. È un calembour. Il vino, un Syrah siciliano, esiste eccome. Ha un nome e cognome, alcune vendemmie alle spalle, un vigneto di famiglia, e un luogo geografico del tutto particolare, da cui una vocazione tutta particolare: essere il vino delle Madonie.
Nasce a Ganci a 1.000 metri di altitudine, non si pensi alla viticoltura eroica della Valle di Aosta, o alle vendemmie tardive canadesi degli ice wine, ma a Ganci la neve arriva, il mare di Cefalù è distante e le vigne di Salvatore Cicco sono le uniche a questa altezza. Basta questo per fare un buon vino? Se siamo in Sicilia fra Palermo e Messina, a Ovest dei monti Nebrodi e vicino a monti Peloritani, senza dubbio si.
Tutto nacque dal padre Gaetano che venuto a mancare ha spinto Salvatore e suo figlio Alessio, che vivono a Milano, a salvare i terreni, mettere a dimora nuove barbatelle e iniziare una nuova, più professionale, ma non pensiate a qualcosa di esagerato, attività vinicola. Ed ecco allora dal 2006 i nuovi impianti e dall’ettaro e mezzo a Syrah salire di altri a Pinot nero, passione di Salvatore, Nerello Mascalese e Grillo per arrivare adesso alla quinta vendemmia e puntare a circa 30 mila bottiglie. Non di più.
Il nuovo Syrah S’16 di Tenuta San Giaime promette bene. Piantato su filari a controspalliera, le viti sono impiantate su terreno argilloso, e potate a cordone speronato. Nessuna filtrazione e chiarifica in cantina, in vigna solo sovescio, macerazioni di 12 giorni con rimontaggi e follature ripetute, un affinamento in serbatoi di cemento oltre a una parte in barrique di secondo passaggio per 9 mesi, quindi riposo in bottiglia per 3 mesi. Tutto secondo la biodinamica. È la regola dell’enologo di Alba Gianfranco Cordero, ma anche quella di Alessio e Salvatore, che segue la cantina. Semplicità, vinosità che non si scambi per odori di frutta fresca. Si sentono polpa e tannini, che dovrebbero stabilizzarsi e migliorare, e poi spezie finali. In bocca resta lungo e asciutto. A chiudere in bellezza anche il rapporto qualità prezzo, con bottiglie bordolesi di pregio, tappi monopezzo in sughero, una etichetta accattivante, siamo in azienda a 15 euro. A 10 il bianco Grillo, che segue la stessa lavorazione.
(Massimiliano Barberis)
Salvatore Cicco
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