[di Alberto del Giudice]
L’appuntamento con Live Wine è dal 3 al 5 marzo presso il Palazzo del Ghiaccio di Milano (Via Piranesi 14). Sono almeno 150 i produttori medi e piccoli che quest’anno partecipano al Salone Internazionale del vino artigianale. Moltissimi provenienti da tutta Italia, ma anche molti vignaioli d’Oltralpe, austriaci, francesi, greci, spagnoli, cechi e sloveni (vedi qui l’elenco completo). Tutti uniti da un medesimo modo di lavorare in vigna e in cantina. Non utilizzano prodotti chimici di sintesi, vendemmiano rigorosamente a mano, i loro vini non contengono additivi non dichiarati in etichetta, ogni aspetto della produzione, dalla cura dei campi all’affinamento avviene artigianalmente. Il risultato sono quindi vini dalle caratteristiche uniche (che piacciano o meno) e che pretendono di esprimere al meglio il territorio di origine. Territori che vantano condizioni eccellenti di biodiversità.
Alla filosofia del vino artigianale aderiscono ormai produttori di tutto il mondo. È una sorta di movimento in grande espansione, o meglio una rete internazionale di vignaioli rigorosi nell’impiegare metodi di coltura naturali, ma anche rigorosi nella ricerca della qualità. È una realtà, insomma, che unisce il passato (vedi la ricerca che svolgono sui vitigni autoctoni) e il futuro (un’agricoltura sempre più sostenibile). È una realtà, insomma, con grandi prospettive, anche se oggi è solo una parte minoritaria della viticoltura mondiale, quindi poco conosciuta ai più. Live Wine è pertanto un’occasione imperdibile per esplorare, comprendere e, soprattutto, assaggiare i vini artigianali.
Fitto, come gli scorsi anni, promette di essere anche il programma di Live Wine Night, il Fuori Salone della manifestazione, con decine di iniziative presso locai, enoteche e ristoranti di Milano. Degustazioni, tanta musica e tanti eventi di ogni genere.
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