Un grande cubo con le nervature tipiche della foglia della vite è la nuova casa dei vini prodotti da Cantina Bolzano (architettura green dotata di certificazione CasaClimaWine®.), nata nel 2001 dalla fusione delle cantine di Gries e Santa Maddalena, e che oggi conta 220 soci conferitori. Il nuovo sito produttivo terminato da poco è un gioiello creato dallo studio Dell’Agnolo Kelderer. Un’architettura degna dei vini che vi si producono, quali quelli che abbiamo degustato di recente ospiti del Consorzio Vini Alto Adige DOC, cioè alcune tra le migliori interpretazioni di Schiava e Lagrein. Cominciando dal cru St. Magdalener Moar 2017. Ancora giovane certo, ma comunque di notevole piacevolezza e assai promettente per essere bevuto anche a distanza di qualche anno. La degustazione è quindi proseguita con un’altra chicca di Cantina Bolzano, il St. Magdalener Huch am Bach 2015, ulteriore espressione della Schiava che matura in botti grandi di rovere, per affinare quindi qualche mese in bottiglia. Assai versatile per abbinamenti che vanno da un semplice tagliere di speck alla pizza, ai canederli.
Tuttavia, ecco stappate alcune bottiglie di Lagrein da lasciare di stucco. Voltiamo pagina con una breve verticale di Riserva Taber, annate 2011, 2013 e 2016. Un signor vino. Certamente una delle migliori espressioni del vitigno altoatesino. Un Lagrein da collezione, insomma. Ma anche da consumarsi in occasioni importanti, quando la fortuna ci consente di stapparne una bottiglia d’annata. Vedi lo straordinario 2009.
Di Alberto del Giudice
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