Il vino, il vino eccellente suscita sempre delle associazioni di idee e richiama più sensi, con un comune denominatore, la Bellezza. Per Cristina Scarpellini, la Bellezza si identifica certamente con la Valtellina e il suo Nebbiolo di montagna. La sua Tenuta Scerscé, fondata nel 2008, è il frutto di un profondo innamoramento. Circa quattro ettari vitati, tra i 500 e i 700 metri s.l.m. Chi scrive ne ha sentito parlare solo poche ore prima di conoscerla su un treno regionale diretto a Conegliano Veneto, grazie alla segnalazione entusiasta di Valentina Vercelli, severa e appassionata professionista del vino. Quindi l’incontro con Cristina, davanti a un piatto di trippa. Quindi, finalmente, l’assaggio dei suoi vini alla presentazione del nuovo catalogo di Cuzziol. Infine, Cleopatra, perché mentre scrivo al computer non posso fare a meno di ascoltare della buona musica. E Bud Powell e il suo pianoforte sono un crescendo di colorate emozioni come i tre vini di Scerscé: Il Nettare (Rosso di Valtellina, 2015); l’Essenza (Valtellina Superiore 2014); l’Infinito (Sforzato di Valtellina). Non sappiamo che cosa sognasse Cleopatra. Cesare? Antonio? Cristina Scarpellini ha seguito e continua a seguire il sogno di produrre grandi Nebbioli. Un sogno in gran parte realizzato con una produzione di 27 mila bottiglie (ma l’obbiettivo è di aumentare sensibilmente la produzione ed è in corso la fondazione di una nuova cantina) e un impegno quotidiano per qualificare la viticoltura e il territorio della Valtellina.
Nettare, Essenza e Infinito
Il Nettare, Rosso di Valtellina Doc, è un vino base per finta. Magari tutte le “basi” fossero così. Chiavennasca in purezza proviene da un unico vigneto in Valgella, matura in acciaio e affina in botti di rovere per almeno 6 mesi. Fresco, ma strutturato, si può abbinare a tutto pasto.
Essenza è un altro Nebbiolo in purezza, che vuole, e ci riesce, esprimere al meglio le qualità del vitigno. Raccolto rigorosamente in cassetta, trascorre sei mesi in acciaio e 15/18 mesi in botti grandi di rovere, di cui una parte troncoconiche, cui segue un ulteriore affinamento di 6 mesi in bottiglia. È un vino davvero notevole, rotondo, strutturato, con tannini equilibrati. Perfetto quindi per una classica cena valtellinese, dagli antipasti alla selvaggina a un finale di formaggi importanti.
Un gradino più sopra c’è lo Sforzato Docg, anzi l’Infinito, che viene prodotto solo nelle annate migliori. Noi abbiamo degustato il 2013. Le uve vengono lasciate appassire fino a dicembre, quindi il vino matura in tonneaux per 24-30 mesi e affian ulteriormente in bottiglia per altri 12 mesi. Parliamo di un vino che certo va accompagnato con piatti importanti, ma anche di un vero e proprio nettare da meditazione.
[di Alberto del Giudice]
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